Live Wine 2018

Salone internazionale del Vino Artigianale

3-5 marzo · Milano, Palazzo del Ghiaccio

· di Olga Sofia Schiaffino ·

 


 

M

entre l’Italia è stretta in una morsa di freddo, gelo e pioggia si sta svolgendo a Milano un appuntamento imperdibile, dove incontrare i produttori e degustare vini artigianali. Questo appellativo sta ad indicare che le uve devono provenire da vigneti non trattati con prodotti chimici e di sintesi, che non vengono aggiunti additivi non indicati in etichetta, che la vendemmia è svolta manualmente. In primo piano la varietà dei vitigni e dei suoli e l’onestà di chi lo produce.

L’ambiente è accogliente, c’è attenzione e fervore intorno ai banchi di assaggio.
Iniziamo con la Liguria, azienda Il Torchio di Castelnuovo Magra: assaggio vibrante quello del Vermentino, avvolto nella etichetta d’autore di Francesco Musante, che i fratelli Musetti esportano anche all’estero. Notevole il Lunatico, che prevede una macerazione sulle bucce. Lo Stralunato aggiunge una piccola percentuale di moscato al vitigno territoriale.

È un piacere e un onore

scambiare qualche parola ed impressione con Nino Barraco, rispetto alla scelta di promuovere il pre British Alto Grado, il vino trovato da Woodhouse a Marsala: un ritorno ad un gusto antico e nel contempo decisamente moderno e versatile per gli abbinamenti. Vignammare da uve Grillo, avvolgente e sapidamente sensuale. Inoltre esperienza di recupero di vecchi cloni autoctoni come la Bianca Catanese, 160 bottiglie, note floreali e accenni aromatici, 3 giorni di macerazione sulle bucce.

Ancora Sicilia,

con Frank Cornelissen che porta in degustazione le diverse contrade con suoli diversi, perché sul vulcano la pietra “cambia da unghia a unghia” e Crasà, con uno splendido SRC (Nerello Mascalese condotto ad alberello) per quello che riguarda l’Etna.

Elios da Alcamo ci incanta con i suoi vini e la forma delle bottiglie: Grillo e Catarratto genialmente declinati, colpo di fulmine per Modus Bibendi Catarratto macerato 2017.

Marrabino ci colpisce per un rosato da Cabernet Franc e una piccola quota di Chardonnay dal nome evocativo: “francamente me ne infischio”, vale la pena di assaggiarlo senza preconcetti, fresco, agile, piacevole alla beva anche come aperitivo. Caratteristico è il Nero d’Avola, d’altronde principe incontrastato nei vigneti aziendali.

Valdibella è una realtà biologica a Camporeale (che produce grano, mandorle, olio e vino): stupendo Isolano, Catarratto extra lucido vinificato in purezza, Zi Bi Bò dall’omonimo vitigno in versione secca, Agape, Nerello Mascalese croccante e fruttato e un superbo Grillo sulle bucce. What else?

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con l’assaggio dei Cannonau di Giuseppe Sedilesu e di Marco Canneddu: Mamoiada sempre di più enclave di grande qualità e personalità per un Cannonau che cresce in una zona davvero unica e privilegiata. Recupero dell’uva bianca Garnatza che viene vinificata in purezza.

La Toscana ci emoziona con Pacina, azienda che raccoglie l’eredità etrusca, che celebra nella perfezione amorevole del Pachina.

Damiano Ciolli presenta un Cesanese che ci convinca sempre di più, in entrambe le espressioni, Silene e Cirsium: un cavallo di razza sapientemente domato, con la fine speziatura e la struttura regale, che esprime la mineralità del suolo vulcanico.

Damjan Podvercic non delude mai, i suoi vini sono sempre emozionanti: Ribolla alfiere del Collio ed un uvaggio Merlot e Cabernet Sauvignon davvero meraviglioso.
Dalla Spagna il Cava della cantina Recaredo, lunghi affinamenti per i tre vitigni diversamenti assemblati: Maccabeo, Parellada e Xarel-lo. Favoloso il Terrers, un brut nature che racconta il suolo calcareo delle colline vicine al rio Bittles.

La Gutina propone con cordialità e simpatia i vini biologici; l’azienda si trova in una zona caratterizzata dalla macchia mediterranea, dagli olivi, dagli alberelli molto bassi a causa dei forti venti e da siti archeologici con menhirs e dolmen. Granaccia Grigia in purezza davvero curiosa, Tempranillo mediterraneizzato e Ido, Granaccia e Carignano, da amare e da attendere.

E questa volta per finire… Champagne!

La distribuzione Venti 10 propone una selezione di piccoli produttori che assemblano con eleganza coerenza e vitalità i tre vitigni; un croccante Pinot Meunier in purezza di Eugene Prudhomme, e il “Solera” di Olivier Horiot, un’armonia dei 7 vitigni utilizzati per comporre questo vino, sono due assaggi che hanno lasciato il segno.
Champagne Legret et Fils dichiara una impostazione vegana nella vinificazione e nella conduzioni: acidità diritta, profumi complessi e raffinati caratterizzano il Millesimato 2008, da i tre vitigni “moschettieri”.

Cheers!

 

Live Wine
Palazzo del Ghiaccio
Via G.B. Piranesi, 14
Milano MI

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