Armando Castagno racconta Biamonti

La civiltà contadina ed i luoghi del Rossese

Centro Le Rose, San Biagio della Cima · 25 aprile 2019

· di Olga Sofia Schiaffino ·

 


 

H

o preso carta e penna mille volte in questi giorni, cercando di sciogliere in parole le mille sensazioni racchiuse dentro: ci provo adesso, ancora, e so che non sarà mai perfettamente aderente alla  descrizione di quello che ho sperimentato, di come un oratore riesca ad evocare un’autentica esperienza  di una coscienza collettiva, attraverso scritti, poesie, presenze e vino.

 Ho lasciato riposare le parole ascoltate ed i sorsi generosi in un contenitore interno, un po’ come prevedono gli affinamenti: Armando Castagno, con devozione e rispetto, ha presentato l’animo poetico di Francesco Biamonti.

Un evento

desiderato e cesellato da Giovanna Maccario, che proprio al vate ha dedicato un vino di rara bellezza e finezza; l’occasione per una riflessione profonda sulla esistenza, sul concetto di paesaggio e di con-fine, il recupero dell’anima mediterranea che ancora dialoga nei i grandi poeti del mare, Montale, Camus e Valery.

Biamonti insisteva sulla necessità di conservare il paesaggio e di rispettare la terra, quasi animata da una forza divina: parlando della sua attività, una volta tornato a San Biagio della Cima, raccontava che coltivava le mimose, quasi a suggerire la necessaria presenza di custodire quei Piccoli luoghi , che diventavano significati e significanti.

I versi recitati dall’attore Mauro Gambino hanno suggellato le visioni commosse di Armando Castagno, accompagnandoci al momento della degustazione, quasi il culmine di una liturgia religiosa, dove il Rossese ha preso la parola ed ha narrato di territori, di nidi, di uomini e di amore.

Ecco

la solarità del  Beragna di Ka Manciné, la grande vocazione al cibo del Rossese di Marco Foresti, il dialogo tra padre e figlio Anfosso con due vini, Fulavin ed il nuovissimo E Prie, in cui parte dell’uva non viene diraspata regalando note erbacee e silvane, la lunga macerazione del Serrò de’ Becchi di Nico Ramoino, il leggiadro Biamonti di Maccario Dringenberg, che viene dalla parte alta del vigneto Posau, dove spira sempre il vento, la tradizione e la storia con Nino Perrino Testalonga e per finire le movenze eleganti di Bricco Arcagna di Filippo Rondelli.

Un pomeriggio di atmosfere rarefatte, dove i pensieri lunghi dei presenti si incontravano e danzavano insieme al vino, nel calice; momenti per i quali provi timore quando finiscono, perché temi di perdere la coscienza, quel senso dell’esistere che la narrazione ha creato. Un risveglio dal sogno ma con il dono  del Rossese, che amerai per sempre, per quello che racchiude e che continuerà  a raccontare.

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Grazie Giovanna, grazie Armando, grazie Mauro, grazie agli organizzatori, ai sommelier Fisar: grazie a tutti coloro che erano presenti con la loro profonda consapevolezza di vita.

 

Il Bastu · Bistrot du paise
Via Nostra Signora dei Dolori 10A, Via S. Biagio,
San Biagio della Cima IM
+39 0184 289 044

 

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